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SVIZZERASalari, ai figli va meglio che ai genitori

14.05.24 - 00:00
Il reddito medio della Generazione Z è nettamente superiore a quello delle generazioni precedenti. Lo dice l'Ufficio federale di statistica
Depositphotos (AllaSerebrina)
Fonte TAGES-ANZEIGER
Salari, ai figli va meglio che ai genitori
Il reddito medio della Generazione Z è nettamente superiore a quello delle generazioni precedenti. Lo dice l'Ufficio federale di statistica

ZURIGO - I giovani e il loro futuro? Se la si mette sul piano economico, sarà roseo. Non solo: rispetto ai loro genitori, le statistiche dicono che il loro salario già adesso è ben più florido che quello di mamma e papà. È il quotidiano zurighese TagesAnzeiger a trattare la questione in un articolo dove si sostiene che per i ragazzi al di sotto dei 20 anni il salario lordo - dati dell'Ufficio federale di statistica alla mano - è aumentato «negli ultimi 10 anni di quasi il 14% e quelli dei giovani tra i 20 e i 29 anni dell'8%. La cifra per i più anziani è stata inferiore al 5%».

Questo in un Paese «dove vivono 1,45 milioni di persone nate tra il 1997 e il 2012, di cui due terzi già in età lavorativa e che stanno entrando gradualmente nel mercato del lavoro, dove sostituiscono la generazione in rapida diminuzione dei baby boomer (dal 1946 al 1964)». Oltre a dettare le tendenze sui social, si impongono anche sul fronte salariale, smentendo anche una certa opinione che li vuole svogliati e pigri e con poca voglia di lavorare. Anzi, la loro dedizione sembra confermata dagli stipendi che i datori di lavoro gli corrispondono.

«Il reddito mediano annuo di una persona di 25 anni che lavora a tempo pieno - scrive il Tagesanzeiger - corretto per l'inflazione, è quasi il 30% più alto per la Generazione Z rispetto ai Millennials (1981-1996) e quasi il 40% più alto rispetto ai Baby Boomers».

Non mancano però le note negative che hanno a che fare con l'ingresso nel mercato del lavoro. «Per un numero sempre maggiore di giovani, la strada è quella dei contratti di lavoro a tempo determinato. La "generazione degli stage" è in crescita. All'età di 20 anni, il 17% della Generazione X aveva un'occupazione solo temporanea, mentre la percentuale è salita al 29% per la Generazione Z».

Rispetto alle generazioni più anziane, «ci sono sempre meno posti di lavoro per persone con una formazione inadeguata e qualifiche deboli. I membri della Generazione X sono stati in grado di raggiungere uno status elevato negli affari e nella società senza una formazione universitaria. Questo sta diventando sempre più difficile per le nuove generazioni».

Salari più alti rispetto ai loro genitori, ma la propensione lavorativa al tempo parziale la fa da padrona. All'età di 25 anni, la percentuale è del 36%, mentre per i millennial la percentuale è del 29% e per la Generazione X solo del 18%».

Non vi sono differenze percentuali sull'occupazione di posti dirigenziali: la percentuale di posti di lavoro «con una posizione dirigenziale all'età di 25 anni è uguale a quella dei millennial e significativamente più alta rispetto alla Generazione X», come mostrano i dati dell'Ufficio federale di statistica.

Altri dati emersi da questa indagine dicono che anche in Svizzera le assenze dal lavoro per problemi di salute mentale sono in aumento tra i giovani (nel suo nuovo libro "La generazione ansiosa", lo scienziato sociale statunitense Jonathan Haidt attribuisce questo fenomeno agli effetti negativi degli smartphone e dei social media) e che il sogno di una casa di proprietà sta esplodendo.

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